Русская церковь в Бари – Chiesa Russa a Bari

Due volte l’anno, durante le feste dedicate al Santo, in tutto l’impero russo si raccoglievano offerte destinate alla costruzione di una chiesa russa a Bari. Nel 1913 fu posata la prima pietra.

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La costruzione, con stile architettonico di Pskov e Novgorod, fu completata negli anni 20 del XX secolo.

Durante la rivoluzione del 1917 le chiese in Russia furono demolite o chiuse e la chiesa russa a Bari cessò il pellegrinaggio verso le spoglie di San Nicola. Nel 1937 fu venduto il complesso architettonico all’autorità locale. Dunque la chiesa cessò di essere di proprietà Russa. Solo nel 1998, dopo lunghe trattative tra il Patriarcato di Mosca e l’autorità locale fu possibile aprire il territorio della chiesa ad una rappresentanza del Patriarcato di Mosca. Ed iniziarono così le celebrazioni di messe ortodosse regolari.

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Iconòstasi, è una parete divisoria decorata con icone che separa la navata delle chiese di rito ortodosso dal Bema dove viene celebrata l’Eucarestia.

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Gli interni delle chiese sono ricoperti da icone di santi, ma non sono ammesse rappresentazioni scultoree.

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Per la chiesa ortodossa un santo è tale quando gode di Dio in Paradiso, indipendentemente dal fatto che sia riconosciuto o meno sulla Terra.

Ormai da 16 anni il parroco ortodosso della Chiesa russa a Bari accoglie i pellegrini provenienti da ogni parte della Russia nell’ostello situato al primo piano della chiesa russa,  e il 22 Maggio viene celebrata la festa ortodossa dedicata a San Nicola.

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Ingresso Ostello chiesa russa di Via Benedetto Croce (BA)

Per questione di spazi e di logistica, la santa Liturgia viene celebrata il giorno prima nella chiesa russa e il giorno dopo direttamente nella Basilica di San Nicola.

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Celebrazione della santa Liturgia (22 maggio 2017)

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Ingresso, presso la Basilica di San Nicola, di pellegrini durante la Santa Liturgia di San Nicola (22 maggio 2017)

Le donne indossano il velo nei luoghi sacri per due motivi: estetico e religioso. Essa è molto rispettata nella Chiesa Ortodossa, non vogliono che la sua bellezza venga derisa, ma protetta. “ alle donne viene chiesto “per ossequio agli angeli” (1 Corinzi 11:10) di coprirsi la testa.

Il velo non è un obbligo giuridico, né va vissuto come un obbligo.

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Pellegrini in visita nella cripta nella Basilica di San Nicola, dove vengono conservate le reliquie del Santo (22 maggio 2017)

Se da una parte abbiamo il rispetto della donna, dall’altra abbiamo una contraddizione. Secondo le descrizioni accademiche, coloro che decidono di intraprendere una vita religiosa, perdono il loro nome. La perdita del nome di nascita di una persona simboleggia una “morte al mondo”.

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Monaca ortodossa. (22 maggio 2017)

<< Morta per il mondo, ma viva in Cristo >>

Nella chiesa ortodossa chi desidera la Santa Comunione deve seguire dei requisiti obbligatori. Uno di questi è seguire il digiuno ( il fedele non deve ne’ mangiare e ne’ bere) per almeno 12 ore. Il digiuno Eucaristico non include le medicine, ma include il fumo e altre sostanze assunte a scopo ricreativo.

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Pellegrini Russi in attesa della comunione. (22 maggio 2017)

Un fedele può accostarsi al Santo Calice solo se professa la fede ortodossa (o, per la comunione dei bambini, se la professa un genitore o un padrino o tutore).
La stessa ricezione della Comunione, infatti, è di per sé una professione di fede; il comunicante testimonia con il suo atto che nella chiesa che gli offre il Corpo e il Sangue di Cristo è presente la pienezza della fede apostolica. In un senso più profondo, colui che riceve i santi Misteri nella Chiesa Ortodossa denuncia la propria appartenenza a tale Chiesa, impegnandosi a professarne la fede, e a seguirne le norme e la disciplina.

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Santa Comunione (22 maggio 2017)